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martedì, 19 Marzo 2024
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L’acufene porta alla sordità?

Gli acufeni rappresentano ad oggi uno dei disturbi più invasivi della sfera dell’udito. In realtà, oltre a contemplare la capacità uditiva, i costanti fischi e sibili nelle orecchie hanno una ripercussione diretta sulla qualità della vita. Capiamo insieme se gli acufeni possono portare alla sordità e se esistono alcuni espedienti utili ad alleviare il disturbo. 

Acufeni e problematiche associate

Le persone che soffrono di acufene percepiscono un suono in assenza di un reale suono esterno. Un ronzio, un fischio, un sibilo può interessare uno o entrambi gli orecchi: potrebbe essere la spia di un problema, sia di carattere fisico che psicologico. Per alcune persone, si tratta di un rumore di sottofondo, quasi impercettibile; spesso dunque viene ignorato o trascurato. Altre invece lamentano un acufene fortissimo, per cui è impossibile che non vada a compromettere in qualche misura la quotidianità. 

8 persone su 10, tra quelle che soffrono di acufeni, evidenziano anche un problema di ipoacusia. La stessa percentuale riguarda oggetti affetti da otosclerosi e ipoacusia neurosensoriale idiopatica. 

Terapia per acufeni: visita otorinolaringoiatrica e suoni bianchi

Se l’acufene dura per più di 24 ore, è necessario recarsi da un otorinolaringoiatra per una visita approfondita. Individuando la causa del problema, si può infatti intervenire tempestivamente con un’opportuna terapia per acufeni che vada a ridurne la severità.

Se si tratta di acufeni da stress, è probabile che agendo su questi fattori il soggetto ne ricavi benefici anche relativamente alla percezione di rumori nell’orecchio.
A tal proposito, contro gli acufeni potrebbero rivelarsi utili i cosiddetti “suoni bianchi”, suoni che si ripetono senza interruzioni e che contengono l’intero spettro delle frequenze udibili. La natura è la prima grande fonte di suoni bianchi: basti pensare al fruscio del vento, allo scroscio della pioggia, al rumore delle onde. Sono suoni che hanno un forte potere rilassante, confermato anche da diversi studi scientifici. Il perché è racchiuso nel fatto che il cervello non percepisce questi suoni come fastidiosi. 

Per alleviare lo stress e conciliare il sonno, e di conseguenza ridurre l’impatto degli acufeni, si può sfruttare proprio questa peculiarità dei suoni bianchi, anche avvalendosi di specifiche app che li riproducono in vere e proprie playlist mirate. Si possono inoltre sviluppare altre abilità e strategie da integrare nella vita quotidiana e, se queste non dovessero bastare, ci si può rivolgere a un audioprotesista esperto. 

Fonte: https://www.acusticaumbra.it/

gabriele delosahttps://www.audioprotesi.org
CEO Founder - Audioprotesisti.org

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