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venerdì, 19 Aprile 2024
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Acustica, lo strano caso dell’esperto che indossa apparecchi acustici

Acustica, la scienza sensibile ai rumori

Sai cos’è l’acustica? Ho scovato per i miei affezionati lettori questa testimonianza di uno specialista di scienza acustica riportata da The Globe and Mail, un magazine canadese che propone una serie di esperienze personali abbastanza fuori dal comune nel campo della salute. Si direbbe straordinarie.

Questa è la volta di un personaggio che di mestiere fa l’ingegnere acustico, il quale confessa candidamente di indossare gli apparecchi acustici perché a un certo punto della sua vita si è ritrovato a fare i conti con una perdita d’udito non proprio marginale. Nel campo dell’acustica uno scandalo! Anatema!

E’ infatti opinione diffusa che uno che si occupa di acustica debba avere quasi per definizione un orecchio al di sopra di ogni sospetto, udito finissimo.

D’altronde, siamo onesti, per risolvere un problema di acustica in un teatro, per esempio, andresti da un ingegnere acustico che ci sente meno di te al punto da dover indossare lui per primo gli apparecchi acustici? Hai risposto no? Sei in buona compagnia, nessuno vorrebbe trovarsi di fronte a una situazione del genere. Eppure…

Come se la cava l’ingegnere acustico con le protesi acustiche

Non è difficile immaginare l’imbarazzo del nostro ingegnere quando sua moglie, medico, gli comunicò di botto a colazione che probabilmente aveva una perdita uditiva di 35 decibel (dB) a 2000 hertz (Hz).

«Mi considero e sono il designer del suono. Lo progetto negli edifici, nei teatri e nelle sale da concerto perché amo il suono. E penso di aver raggiunto il massimo quando ho potuto ascoltare al meglio il suono di casa mia».

E adesso? Come farà il nostro ingegnere a progettare il suono se lui stesso ha perso la capacità di percepirlo? Cosa significa aver perso 35 decibel a 2000 hertz?

Se hai perso 35 decibel – racconta nella sua testimonianza – è come se stessi tentando di sentire qualcosa al di là di una porta molto pesante; 2000 Hz è la gamma di frequenze di consonanti che sono fondamentali per una buona discriminazione del discorso; i suoni del linguaggio (chiamati fonemi) di p, t, k sono tutti raggruppati intorno a questa frequenza. Le alte frequenze sono i suoni che rendono chiare le parole nelle lingue occidentali. Attori, cantanti d’opera, lo stesso Armstrong hanno sempre enfatizzato le consonanti e per questo possono essere compresi anche da chi sta in fondo al teatro.

«Non ero più in grado di percepire quelle consonanti, ero dietro quella pesante porta, ben sigillata», riferisce l’ingegnere.

La soluzione con gli apparecchi acustici, grazie a un lavoro sul cervello

Come ci si sarebbe potuti aspettare da uno specialista dei suoni il nostro ingegnere non si perde d’animo e inizia a studiare come venirne fuori.

Partendo dal cervello.

«Il cervello – dice – è un po’ come un muscolo. Se una parte non svolge la sua funzione, si affievolisce fino a scomparire del tutto. Grazie però alle mie protesi, quelle parti del cervello destinate al declino hanno cominciato a funzionare nuovamente. E’ ciò che si chiama neuroplasticità

Attenzione, però: come ha riferito il suo medico di fiducia (sua moglie) al nostro ingegnere, perché la neuroplasticità potesse attivarsi in pieno ci sono voluti almeno sei mesi.

A me sembrano anche pochi…

Buona giornata!

[by Acufeni, che fare?]

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