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venerdì, 29 Marzo 2024
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Suicidi da Acufeni, quanti vi fanno ricorso, o vorrebbero?

Non avrei mai voluto affrontare l’argomento suicidi da Acufeni

Cerca di capirmi, l’argomento “suicidi da Acufeni“, anche se è purtroppo una realtà, non avrei mai voluto trattarlo, un po’ per paura e un po’ per scaramanzia, non si sa mai.

E’ vero, certi giorni quando non si ha proprio la pazienza di ascoltare i “suoni fantasma”, verrebbe voglia di trovare un rimedio purchessia, anche a costo della vita, così è purtroppo.

Intendiamoci, non è il mio caso, c’è ben altro a cui pensare, e la vita, Acufeni insopportabili o meno, va comunque vissuta fino all’ultimo sorso.

Però evidentemente c’è gente che non ce la fa più e arriva quindi a mettere in atto il “gesto estremo”.

La ricerca sui suicidi da Acufeni

Naturalmente anche in questo caso la “Scienza” non si è lasciata sfuggire l’occasione per indagare il problema (ovviamente è poi tutto da dimostrare che quanto riportato dalle statistiche sugli acufeni come causa scatenante, sia davvero l’unica causa per l’insano gesto, come si dice, ma questo è un altro discorso).

Forse gli Acufeni non sono qualcosa da banalizzare o prendere alla leggera, questa mi sembra la conclusione da trarre dopo aver esaminato i risultati della ricerca.

Ricerca che è stata pubblicata recentissimamente su Hearing Journal (July 2016 – Volume 69 – Issue 7 – pp 10,11) con il titolo “Suicidal Ideation Among Patients with Chronic Tinnitus“, autori Fox-Thomas, Lisa G. PhD.

Tanto per cominciare non esistono dati certi sulla correlazione “suicidio-acufeni” [Jacobson. J Am Acad Audiol 2001;12:493].

Nella pratica clinica invece non è affatto infrequente imbattersi in pazienti con Acufeni che quantomeno sembrano coltivare o accarezzare pensieri di suicidio.

Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrata la ricerca in questione.

Il metodo seguito in fase di ricerca

Fondamentale è stato il questionario TRQ (Tinnitus reaction Questionnaire), con particolare riferimento alla domanda n.24, dove si chiede al paziente se “I miei acufeni mi hanno portato a pensieri di suicidio“, nel corso della settimana antecedente la prova.

Domanda che prevede risposte chiuse, come “Mai” = 0; “Raramente” = 1; “Qualche volta” = 2; “Buona parte della giornata” = 3; “Quasi sempre” = 4.

In particolare sono state esaminate le cartelle cliniche di 200 soggetti che avevano completato il questionario TRQ, di età media di 59 anni, con prevalenza di maschi (64%).

Quanto alla “qualità” degli acufeni, il 16% ha fatto registrare, sulla base del questionario, disturbi giudicati non clinicamente significativi (?), il 32% disturbi miti o accettabili, il restante 27% effetti gravi a causa degli acufeni.

Venendo alla domanda 24 del questionario, quella sui pensieri di suicidio a causa degli acufeni, hanno risposto positivamente 32 soggetti (16% del campione), d’età media di 61 anni, in prevalenza maschi (59%). Il loro punteggio totale, relativamente al questionario, era di 72, definito “grave”.

Quasi la metà dei pazienti con questo punteggio hanno riferito pensieri di suicidio.

Pensieri dello stesso tipo sono stati riferiti anche da coloro che accusavano disturbi accettabili (nella misura del 5%) o moderati (20%).

Quali conclusioni si possono trarre

La prima domanda che sorge spontanea è: “Pensieri di suicidio vengono un po’ a tutti nel corso della vita. Perché dovrebbero fare eccezione i soggetti che soffrono di acufeni?“.

Naturalmente la domanda è stata vagliata dagli stessi autori della ricerca (la Scienza fa le cose per bene), che infatti hanno messo a confronto i pensieri di suicidio come si verificano nella popolazione in generale, e quelli relativi ai pazienti con acufeni.

E la risposta è stata che un paziente su sei con acufeni ha idee di suicidio ricorrenti, misura che è quattro volte superiore all’incidenza che questi pensieri hanno nella popolazione adulta degli USA.

Inoltre l’incidenza dei pensieri di suicidio nei pazienti con acufeni cronici è maggiore, anche se confrontata con i pazienti affetti da altre malattie croniche, come cancro, Parkinson, insonnia.

Tenendo fra l’altro presente che a riferire pensieri di suicidio non sono soltanto pazienti con acufeni gravi, ma in qualche caso anche coloro con acufeni miti o sopportabili.

Conclusioni e auspicio di studi futuri sui suicidi da Acufeni

L’invito dei ricercatori è che si studi maggiormente il fenomeno con ulteriori e più approfondite ricerche.

Con particolare riferimento alle concause che possono portare alla formazione di pensieri di suicidio (depressione, disturbi del sonno, sensibilità al rumore) fra le persone che soffrono di acufeni.

Questo è quanto si limitano ad affermare i ricercatori.

Da persona che soffre di acufeni (a volte anche gravi) mi sento di riaffermare quanto già detto sopra: la sofferenza di chi sopporta gli acufeni non è da banalizzare.

Così come non è da banalizzare neppure la raccomandazione del medico di famiglia quando ti dice che con gli acufeni devi imparare a conviverci.

Voglio essere onesto con te. Fino a qualche tempo fa ho ritenuto che questa raccomandazione fosse del tutto controproducente e che inducesse il paziente a una sorta di inerte rassegnazione.

Con gli Acufeni bisogna imparare a conviverci

In realtà le cose non stanno proprio così, anche se sono convinto che la raccomandazione debba essere interpretata correttamente.

Parliamoci chiaro, finora non è stata ancora trovata la “pillola” che spenga in un attimo il “reattore” che hai in testa (anche se lo senti soltanto tu).

Aspettare con ansia che qualcuno trovi questa pillola è altrettanto fuorviante e non può che generare senso di frustrazione, se non di disperazione, come nel caso dei pensieri di suicidio.

La soluzione potrebbe essere allora quella di imparare a conviverci con gli acufeni, proprio così.

Come? Qui le proposte si sprecano. Ma sono tutte paradossalmente destinate a enfatizzare il problema, a focalizzarsi su di esso, quindi al limite ingigantendolo, anche se con le migliori intenzioni.

Allora io dico: in assenza di soluzioni farmacologiche, perché non rifarsi ai principi generali che sovrintendono a un ottimo stato di salute?

Per esempio, mantenersi in forma, non strafare a tavola, camminare, camminare camminare. E poi ridurre l’infiammazione del cervello con una dieta adeguata e mirata.

E poi? E gli Acufeni? Ci sono e ci saranno ancora, certo.

Ma un discorso è pensare a un fine vita anticipato (leggi suicidio), un altro è gestirne la portata senza esserne sopraffatti.

Ho scritto sulla pagina Facebook che gestisco (chiedo scusa per l’autocitazione):

Riferisco di un mio esperimento con gli ‪#‎Acufeni‬ (ma è solo un esperimento…). Invece di evitare di pensarci, quando diventano particolarmente forti, ho iniziato ad assecondarli. Mi spiego: mi capita di sentirli come un torrente impetuoso che porta l’acqua alle pale di un vecchio mulino (quello del Mulino Bianco, eh eh). Allora visualizzo il mulino e l’ambiente circostante, mi ci immedesimo, immagino insomma di essere proprio lì, e di sentire quel fantastico rumore che fa l’acqua che impatta sulle pale… Be’, a me sembra che vista così, la musica cambia, e gli acufeni diventano una compagnia addirittura “gradevole”. E la cosa interessante è che grazie alla visualizzazione molto concreta, gli acufeni non sono più “rumori fantasma”, perché il rumore c’è davvero e viene dall’acqua che precipita. Sto delirando?

Non credo di essere in preda al delirio. Fatto sta che da quando ho intrapreso questa strada le cose vanno meglio, sono meno ansioso e ciò che succederà in futuro non è un mio problema.

Afferma Brendan Conlon, Otorinolaringoiatra presso l’ospedale St James a Dublino: «L’acufene è sempre stato un grosso problema e richiede un enorme mole di lavoro per chi viene inviato da noi. Alcune statistiche riferiscono che il 10 per cento della popolazione soffre di acufene, ma credo che la cifra debba essere corretta verso l’alto, senza contare che circa l’1% della popolazione deve fare i conti con acufeni catastrofici. Vengono da noi e sono quasi sul punto di suicidarsi a causa degli acufeni. Hanno enormi problemi con l’ansia e lo stress e non riescono a dormire.»

E aggiunge: «Non esistono farmaci né interventi chirurgici, non c’è una risposta facile, ma il fatto positivo è che la maggior parte dei pazienti trova il modo con il tempo di adattarsi alla situazione. Fanno fatica all’inizio, ma se rivedi un paziente dopo un paio d’anni è possibile che ti dica che gli acufeni non sono più un grosso problema

Jean Scott, presidente della Irish Tinnitus Association, un gruppo di sostegno per le persone che soffrono di acufeni raccomanda agli associati: «Fate qualcosa che vi diverta, guardate un po’ di televisione, ascoltate la musica che vi piace. Leggete un libro con un sottofondo di musica classica. Non state in casa tutto il giorno, uscite e fate qualcosa. È inutile nascondere la testa sotto il piumone, meglio prendere coscienza che gli acufeni ci sono, e li puoi portare a spasso con te.»

Be’, meglio che pensare al suicidio, non trovi?

P.S. – Molte delle considerazioni espresse in questo post le ho anche raccontate nel mio report sugli Acufeni Insopportabili. Afferra adesso la tua copia!

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