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venerdì, 29 Marzo 2024
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Audioprotesista, il mio è differente. Ti spiego perché

Devo confessarti una cosa sul mio Audioprotesista

Fino a qualche anno fa il solo pensiero di dover indossare gli apparecchi acustici e di aver a che fare con un Audioprotesista mi avrebbe fatto venire l’orticaria. Dico sul serio.

Secondo te perché avevo maturato questa convinzione, nonostante avessi coscienza che prima o poi avrei dovuto seguire quella strada, visti i problemi di udito che mi sono portato dietro tutta la vita?

A mio modesto parere la colpa è tutta da attribuire alla pubblicità. Sbagliata, naturalmente.

Chi è e cosa non è l’Audioprotesista

Normalmente infatti nella pubblicità TV sugli apparecchi acustici, per descrivere chi ne ha bisogno, cioè il target, si fa ricorso allo stereotipo di una persona piuttosto avanti con gli anni, capelli grigi, sorriso da ebete (per forza, non sente niente!)

Ebbene costui o costei, una volta indossati i miracolosi apparecchi acustici, ringiovanisce di botto, lanciandosi in conversazioni di cui prima non capiva un’emerita acca.

Com’è potuto accadere? Hanno arruolato anche Lino Banfi come testimonial, e hanno fatto credere a tutti che (parafrasando Totò) “sordi non si nasce, ma si diventa” con l’età, e come se no?

Banalizzazione degli apparecchi acustici

E’ questo quanto voleva l’Audioprotesista per la valorizzazione della propria professione? Credo proprio di no, e sono convinto anche che questo tipo di pubblicità si sia rivelato un boomerang pazzesco che ha finito per allontanare ancora di più le persone con problemi d’udito (se non altro quelli che li accusano lievi o moderati) da chi potrebbe fornire loro una soluzione, l’Audioprotesista appunto.

Diciamola tutta, gli apparecchi acustici sono una cosa seria, molto seria, per problemi seri, molto seri.

Dire per esempio, come si sente dire (beato chi ci riesce!) ancora oggi, che gli apparecchi acustici bisogna considerarli una normalità, com’è il caso delle lenti per la vista, è un non senso, anche di cattivo gusto, se permetti.

Il mio Audioprotesista è differente…

Primo, perché non mi ha mai detto che avrei riacquistato l’udito da un giorno all’altro, e mai, neppure a pensarlo, che forse un giorno avrei potuto ascoltare come prima, non se ne parla proprio, inutile farsi illusioni. E di questo lo ringrazio.

Ma non mi ha nemmeno detto che, per esempio in un ambiente affollato, mi sarebbe stato facile con gli apparecchi seguire una conversazione come se nulla fosse, più o meno come prima, scherziamo?  Ma la pubblicità insiste a far leva proprio su questo aspetto quantomai irrealizzabile, almeno nel breve periodo, perché gli apparecchi acustici amplificano tutti i suoni, anche quelli che non vorremmo sentire affatto.

Inutile dire che quando è toccato a me, sugli Audioprotesisti mi sono ricreduto, o quantomeno sul mio che adesso cinizio a conoscere bene.

Il mio non è un negoziante che vende apparecchi acustici, ma un vero operatore sanitario che si fa carico della salute del mio orecchio.

Come l’Ottico, del resto? Di più.

Perché una volta scelti gli apparecchi acustici più adeguati alla situazione dell’orecchio ti segue costantemente e ti fissa gli appuntamenti settimana dopo settimana per registrare i progressi e aggiustare continuamente il tiro.

L’altro giorno gli ho chiesto: «Possiamo sperare in un miglioramento? Ed eventualmente fino a che punto? C’è un limite oltre il quale non sarà possibile andare?».

Domanda difficilissima, ovviamente, quasi da cartomante…

Lui mi ha risposto così: «Non ci sono limiti a priori, ed è impossibile dire quale potrebbe essere il limite invalicabile. Dipende dalla neuroplasticità del cervello».

Cioè dalla capacità del cervello di modificarsi adattandosi all’ambiente per “sentire meglio”.

Chiaramente non è un concetto nuovo, e io nel mio piccolo sto facendo di tutto per evitare qualsiasi infiammazione al cervello (come? attraverso la dieta, ma questo è un altro discorso), e quindi condivido in pieno questa affermazione.

Cosa chiederei a un Audioprotesista, se non conoscessi già il mio

Per prima cosa vorrei che mi indicasse l’apparecchio acustico più indicato per la mia condizione.

Questo primo aspetto mi porterebbe a diffidare dei negozi o centri dell’udito “monomarca” (so di attirarmi qualche antipatia per quello che sto dicendo, ma mi interessa di più darti indicazioni valide), anche se sono ovviamente i più pubblicizzati.

Dicono, e mi piacerebbe essere smentito sul punto, che l’obiettivo è, naturalmente dopo la salute dell’orecchio del paziente, raggiungere a tutti costi il fatturato imposto dalla casa madre.

Il mio Audioprotesista non ha questi vincoli. Tiene anche lui ovviamente al fatturato perché senza quello nessuna azienda sta in piedi, ma è libero di scegliere fra le “migliori” marche di apparecchi acustici: Oticon, Starkey, ReSound, Widex, Phonak (e basta, perché le ho citate praticamente tutte…).

Poi gli chiederei, oltre al prezzo, ovvio, in cosa consiste l’assistenza post-vendita, quanti incontri per il settaggio degli apparecchi, e fatti come, cioè con test audiometrici ricorrenti eseguiti al computer attraverso software dedicati. E per quanto tempo. Dovrebbe essere la prassi, ma meglio avere la garanzia su questo aspetto che ritengo fondamentale.

Quindi verificherei se la disponibilità a essere seguiti nel tempo si concretizza davvero con appuntamenti ovviamente gratuiti, non richiesti ma praticamente imposti per il buon funzionamento degli apparecchi e il miglioramento dell’udito.

Verifica soprattutto tu stesso se l’appuntamento è concesso di mala voglia e sentito come una scocciatura da parte dell’Audioprotesista, o invece come parte integrante del proprio lavoro d’assistenza.

Per dire, nel mio caso, ho appuntamenti con cadenza che va dai 15 giorni ai 30, oltre ai casi in cui dovesse verificarsi un’emergenza (che non mancano mai), come potrebbe essere la mancata accettazione da parte dell’orecchio di una variazione nel processo di rieducazione dell’udito (bastano pochi decibel in più o in meno e cambia tutto!).

Infine, soffri di Acufeni? Allora assicurati che gli apparecchi acustici abbiano un programma specifico. Aiuta moltissimo a tenere il problema sotto controllo. Parlo sempre per esperienza diretta…

Fammi sapere, per favore, se qualcuno di questi consigli ti è stato utile.

Puoi condividerlo in rete sui Social? Grazie.

[by Acufeni, che fare?]

P.S. – Ti ricordo che è adesso disponibile il report “Acufeni Insopportabili?“. Trovi un’anteprima gratuita visitando questa pagina: www.acufenichefare.it/anteprima-acufeni-insopportabili/

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